SSP vs DSP: differenze nella pubblicità online
Orientarsi nell’universo sconfinato della pubblicità digitale, tra tecnicismi, acronimi e termini poco familiari, può sembrare un’odissea.
Se anche tu, come molti di noi agli inizi, ti sei trovato davanti a sigle come DSP, SSP e DMP e ti sei chiesto quale fosse il loro significato e perché ci fosse bisogno di tutto questo caos per spiegarne la differenza, benvenuto nel club!
La buona notizia, però, è che in tutti questi anni in cui abbiamo mangiato pane e digital a colazione, ci siamo fatti le ossa. Per questo motivo, vogliamo aiutarti a fare luce su questi termini (e sui relativi strumenti) per capire come possono trasformare radicalmente il modo in cui compri e vendi pubblicità online.
In Magilla abbiamo già fatto questo meraviglioso viaggio e siamo pronti ad essere i tuoi Virgilio che ti accompagneranno attraverso l’intricata selva oscura della pubblicità online.
Prendi fiato e seguici: stiamo per portarti nel cuore della pubblicità programmatica, un mondo dove dati e automazione collaborano per garantire precisione, efficienza e risultati.
Pronto a cominciare il cammino? Allora, iniziamo!
Che cos’è un supply-side platform (SSP)?
Cominciamo dal lato del venditore.
Un SSP (Supply-Side Platform) è una piattaforma che aiuta i publisher, ovvero chi offre spazi pubblicitari, a venderli. In pratica, se hai un sito web o un’app con spazi disponibili per gli annunci, l’SSP è il tuo miglior alleato per farli fruttare al massimo.
Gli SSP offrono una serie di vantaggi ai publisher, i quali possono:
- collegarsi con numerose piattaforme pubblicitarie, come i DSP, Ad exchange e reti pubblicitarie, contemporaneamente;
- raggiungere un pubblico più ampio di potenziali acquirenti, massimizzando le entrate;
- automatizzare la vendita degli spazi pubblicitari, permettendo di scegliere l’acquirente ideale combinando il miglior prezzo offerto con gli standard di qualità degli annunci disponibili;
- stabilire prezzi minimi degli spazi pubblicitari, evitandone una svalutazione;
- regolare la frequenza degli annunci, evitando il rischio di bombardamenti pubblicitari.
In sostanza, una piattaforma SSP semplifica la vita ai publisher, aiutandoli a massimizzare i guadagni e ad offrire il loro inventario al miglior prezzo possibile.
Esempi di piattaforme SSP includono Amazon Publisher Services, Google Ad Manager e OpenX.
Che cos’è una demand-side platform (DSP)?
Passiamo ora al lato opposto dello stesso ecosistema: il DSP (Demand-Side Platform). Questo strumento è pensato per gli inserzionisti che vogliono acquistare spazi pubblicitari audio, video o display in modo più intelligente, preciso e rapido.
Una piattaforma DSP, offre diversi vantaggi agli inserzionisti, che possono:
- ridurre i costi degli annunci grazie all’offerta in tempo reale (RTB), che regola i prezzi in base alla concorrenza e alla pertinenza;
- gestire le campagne in modo rapido ed efficiente, acquistando spazi pubblicitari in pochi secondi, attraverso processi automatizzati;
- accedere a un ampio inventario pubblicitario senza doversi occupare di negoziazioni con singoli publisher;
- creare campagne pubblicitarie altamente mirate, utilizzando dati demografici, comportamentali e di localizzazione;
- monitorare le performance in tempo reale, grazie a strumenti di analisi avanzati che ottimizzano impression, clic, conversioni e ROI.
In pratica, utilizzando una piattaforma DSP, gli inserzionisti possono accedere ad un inventario pubblicitario capace di connetterli con i segmenti di pubblico ideali, nel momento giusto e senza sforare il budget stabilito.
Esempi di piattaforme SSP sono Adobe Advertising Cloud, Google Display & Video e Xandr.
Per capire meglio di cosa stiamo parlando, analizziamo le differenze e le somiglianze tra SSP e DSP.
SSP (Supply-Side Platform) vs DSP (Demand-Side Platform): differenze
Le DSP (Demand-Side Platform) e le SSP (Supply-Side Platform) hanno obiettivi, funzioni e utenti profondamente diversi. Per sfruttarle al massimo, è essenziale comprendere in dettaglio cosa le distingue e perché sono indispensabili per un ecosistema pubblicitario efficiente.
Target di riferimento
Il pubblico a cui si rivolgono le piattaforme SSP e le DSP rappresenta una delle differenze più evidenti.
Le SSP sono strumenti pensati per i publisher, ovvero per chi possiede spazi pubblicitari (come siti web, app o piattaforme) e desidera venderli al miglior prezzo possibile;
Le DSP, invece, sono progettate per gli inserzionisti (aziende, agenzie pubblicitarie, marketer) che vogliono acquistare spazi pubblicitari per raggiungere il proprio pubblico in modo mirato ed efficace.
Questa differenza si riflette in ogni aspetto del loro funzionamento. Da un lato, il publisher mira a massimizzare il valore economico del proprio inventario pubblicitario; dall’altro, l’inserzionista punta a ottimizzare il ROI (ritorno sull’investimento) delle sue campagne pubblicitarie.
Insomma, è un po’ come un’asta di quadri: chi vende vuole il massimo profitto, chi compra cerca l’opera che darà il massimo valore al proprio investimento.
Funzioni principali
Pur condividendo una base tecnologica simile, SSP e DSP differiscono profondamente nelle funzioni che offrono.
Una SSP è un sistema dedicato a gestire, ottimizzare e monetizzare l’inventario pubblicitario. Il suo scopo principale è permettere ai publisher di connettersi con il maggior numero possibile di potenziali acquirenti.
Una DSP, invece, è uno strumento che consente agli inserzionisti di selezionare e acquistare gli spazi pubblicitari più adatti alle loro esigenze.
Obiettivo finale
Le SSP e le DSP possono essere viste come i due pilastri su cui si regge l’intero processo della compravendita di pubblicità online, ma i loro obiettivi sono opposti e complementari.
La SSP è infatti focalizzata sull’aumento delle entrate per i publisher, ottimizzando ogni impression per ottenere il miglior prezzo possibile.
Al contrario, la DSP si concentra sull’ottimizzazione del budget pubblicitario degli inserzionisti, garantendo il massimo impatto delle campagne in termini di visibilità e conversioni.
Per ricapitolare le differenze tra DSP e SSP, eccoti una tabella riepilogativa:
Aspetto | DSP | SSP |
Target di riferimento | Inserzionisti: chi acquista spazi pubblicitari per le proprie campagne. | Publisher: chi possiede spazi pubblicitari (es. siti web, app). |
Funzioni principali | Permette di selezionare e acquistare gli spazi pubblicitari più adatti. | Consente di gestire, ottimizzare e monetizzare gli spazi pubblicitari disponibili. |
Obiettivo finale | Ottimizzare il budget degli inserzionisti. | Massimizzare i ricavi per i publisher. |
Questa dinamica, apparentemente conflittuale, crea un equilibrio perfetto in cui entrambe le parti beneficiano di un sistema trasparente, automatizzato ed efficiente.
DSP (Demand-Side Platform) e SSP (Supply-Side Platform): somiglianze
Non solo differenze, le DSP (Demand-Side Platform) e le SSP (Supply-Side Platform) hanno anche molto in comune.
Ecco le somiglianze più rilevanti:
- automazione al centro: entrambe le piattaforme si basano sull’automazione per ridurre al minimo gli interventi manuali. Grazie a sofisticati algoritmi, gestiscono in tempo reale enormi quantità di dati, ottimizzando ogni fase del processo pubblicitario. Il risultato? Velocità, precisione ed efficienza che sarebbero impossibili da ottenere in altro modo;
- RTB (Real-Time Bidding): sia le DSP che le SSP sfruttano il Real-Time Bidding, un sistema di aste che si svolge in frazioni di secondo e che avvantaggia sia gli inserzionisti che i publisher;
- analisi avanzate: SSP e DSP offrono entrambe strumenti di analisi dettagliati che consentono agli utenti (publisher o inserzionisti) di monitorare le performance delle loro attività;
- integrazione con diverse piattaforme: DSP e SSP sono progettate per connettersi con molteplici ad exchange, reti pubblicitarie e piattaforme, garantendo una copertura estesa e offrendo agli inserzionisti un inventario pubblicitario più ricco e ai publisher maggiori opportunità di monetizzazione.
Infine, teniamo sempre a mente che SSP e DSP non lavorano in isolamento: fanno parte di un sistema più ampio, il Programmatic Advertising, che automatizza e ottimizza ogni aspetto dell’acquisto e della vendita di pubblicità online.
Vediamo come funziona nel dettaglio.
Come funzionano SSP (supply-side platform) e DSP (demand-side platform)
Quando gli utenti visitano un sito web, i loro dati demografici, comportamentali e di base vengono archiviati in una DMP (piattaforma di gestione dei dati) in forma anonima, che li invia alle DSP e agli Ad Exchange (i mercati in cui publisher e inserzionisti si incontrano).
La DSP analizza i dati inviati dalla DMP e fornisce le impressions, misura della portata e della visibilità dell’annuncio sul sito web. A questo punto, la DSP partecipa all’asta in tempo reale (RTB) per quello specifico spazio, permettendo di regolare la correttezza del prezzo.
L’offerta più alta vince lo spazio pubblicitario e l’annuncio dell’inserzionista viene pubblicato, tutto in una frazione di secondo.
Parallelamente, la SSP (Supply-Side Platform) lavora dalla parte del publisher.
In questo caso, quando gli utenti accedono a un sito web che abbia integrato una SSP, questo genera una richiesta di annuncio che include informazioni rilevanti sugli utenti come dati e comportamento e la invia alla DSP e agli Ad exchange. La DSP analizza i dati e inserisce l’offerta per lo spazio pubblicitario in tempo reale, mentre la’SSP seleziona l’offerta più alta e pubblica l’annuncio vincente che viene consegnato all’inserzionista in tempo reale.
In sintesi, DSP e SSP collaborano per garantire un’efficace compravendita di spazi pubblicitari online.
Adesso che sai come funziona tutto il processo, potresti pensare che sfruttando una macchina così oliata è impossibile sbagliare o fallire, giusto?
Eppure, il successo di un’inserzione pubblicitaria non dipende solo dalle operazioni “tecniche” sottostanti. Se non utilizzato nel modo giusto, lo spazio acquisito potrebbe non offrirti i risultati che speri di ottenere.
Come per ogni strategia, anche quella pubblicitaria richiede un’attenta pianificazione e ideazione, basata su dati concreti e sfruttando gli strumenti più adeguati.
Considerato che le sorti del tuo investimento (e del tuo successo commerciale) dipendono dall’efficacia della campagna pubblicitaria che hai messo in atto, se non sei un esperto del settore ti consigliamo fortemente di affidarti a dei digital media planner competenti.
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Per concludere: perché scegliere Magilla per la tua pubblicità online
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